Inquinamento acustico e autostrada vs salute e qualità della vita
Quando si sente parlare di inquinamento acustico spesso ci si limita a pensare a qualcosa di fastidioso ma non dannoso per la salute. Il problema invece è molto più complesso e importante.
Il suono è un'onda che perturba il mezzo in cui si propaga, un po' come i cerchi che si formano in uno specchio d'acqua quando si getta un sasso. Quando la perturbazione del mezzo raggiunge e sollecita il timpano percepiamo un suono. A un rumore continuo quindi corrisponde una sollecitazione continua dell'apparato uditivo.
I danni al sistema uditivo possono essere temporanei, se si rimane esposti per un breve periodo - qualche ora - a livelli sonori alti; oppure possono essere permanenti in seguito all'esposizione protratta negli anni a suoni anche di medio livello. I danni temporanei possono causare nausea, perdita dell'equilibrio, labirintite e sono dovuti al maggior sforzo meccanico che l'organo deve compiere; quelli permanenti consistono nella graduale perdita dell'udito; inoltre il rumore, anche se non particolarmente intenso ma continuo, può essere fonte di stress e come tale può colpire il sistema immunitario e la biochimica del sangue e portare a malattie cardiovascolari. Non è solo quindi l'intensità del suono a creare problemi ma anche la durata dell'esposizione. E un'autostrada produce rumore continuo dal giorno dell'apertura al traffico in poi.
Di rumore dunque forse non si muore ma si può stare male fino ad ammalarsi. Gli esperti concordano: per non incorrere in problemi di salute gli esseri umani hanno bisogno, nell'arco delle 24 ore, di lunghe pause di silenzio. Si dovrebbe quindi cercare di vivere in ambienti silenziosi principalmente nelle ore dedicate al riposo. Più facile a dirsi che a farsi, almeno per chi non ha la fortuna di vivere in campagna - sostiene la giornalista Letizia Coppetti -. Noi per ora abbiamo questa fortuna ma, se il progetto autostradale non verrà fermato, dal punto di vista dell'inquinamento atmosferico e acustico sarà come vivere in una grande città. Anche secondo le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, se la soglia di rischio per danni uditivi è di 75 decibel (dB), a livelli inferiori si hanno comunque danni non uditivi (malessere, stress) che possono influenzare negativamente, anche se in modo meno evidente, la salute. Chi è esposto continuativamente a livelli superiori ai 60 dB - e in molte zone del nuovo tracciato autostradale questo avverrà - è esposto alla cosiddetta "sindrome da stress" che può manifestarsi con modalità diverse: disturbi del sonno, respiratori, digestivi e sensoriali, alterazioni neuroendocrine, psicoemotive e cardiocircolatorie. L'OMS considera infatti come "grave molestia" alle persone livelli superiori ai 55 dB di giorno e 45 dB di notte nelle abitazioni. Al di sopra dei 35 dB durante la notte si possono avere importanti disturbi del sonno, con ricadute significative sulla salute della persona. A partire dai 55 il rumore interferisce negativamente, anche durante il giorno, con lo svolgimento di molte attività umane, diventando una causa aggiuntiva di stress e causando astenia, cefalee, disturbi al sistema nervoso, disturbi gastrici, depressione, alterazioni del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa.
Secondo studi recenti affinché il rumore non abbia effetti sull'organismo dovrebbero essere rispettate le soglie dei 45 dB di giorno e dei 35 dB di notte. Le nostre zone, al momento, rientrano quasi sempre in questi valori.
Tenete presente che 35 dB equivalgono a un parlottio sotto voce che però già interferisce con il sonno, 60 sono rappresentati da una conversazione normale che impedisce di concentrarsi, 70 dal rumore in un bar che impedisce di capire l'interlocutore. I 75-80 dB che vengono registrati in momenti di forte traffico (maggiore è la velocità dei mezzi maggiore è il rumore), possono già avere effetti negativi sulla psiche e sui sitemi digestivo e cardiocircolatorio, mentre 120 dB (discoteca) hanno un effetto eccitante e determinano un danno temporaneo del nervo acustico, che protratto nel tempo può diventare definitivo.
Vogliamo poi parlare dei bambini? Il dottor Antonio Pirodda, direttore della scuola di specializzazione in audiologia e foniatria del Dipartimento di scienze chirurgiche di Bologna, sottolinea come il problema dell'inquinamento acustico sull'udito dei bambini sia ampiamente sottovalutato. Un problema che è una delle cause dei disturbi di apprendimento, dei deficit di attenzione e dell'iperattività. Inoltre aumentano anche la percezione di insicurezza e i problemi di sviluppo psicosociale. Da uno studio condotto in vari paesi sugli effetti del rumore sull'apprendimento e sullo sviluppo intellettuale dei bambini si evince che il rumore eccessivo determina effetti negativi sullo sviluppo del linguaggio e l'acquisizione della lettura. Altri effetti segnalati sono aggressività, irritabilità, fatica, agitazione.
Non solo, il rumore può addiritura avere conseguenze anche sui feti: alla nascita, i bambini di madri esposte durante la gravidanza a rumori ambientali intensi, come strade rumorose, hanno un peso inferiore agli altri e una maggiore probabilità di nascere prematuri (da uno studio dei fisici dell'Arpat, Cesare Fagotti e Andrea Poggi).
Il rumore fa vivere male e nuoce alla salute.
Contrariamente all'inquinamento atmosferico, ancora troppo facilmente eludibile perché non percettibile ai sensi, l'inquinamento acustico è oltretutto facilmente avvertibile.
Non ci si deve infine dimenticare che le onde sonore sono onde sferiche cioé si propagano secondo sfere via via più ampie - ecco perché il suono ad esempio di una macchina a fondo valle si può sentire distintamente anche in cima a un monte centinaia di metri più in alto - e che quindi anche le località non prossime all'autostrada ma situate a una quota maggiore subiranno gli effetti dell'inquinamento acustico.
Date queste premesse e alla luce del fatto che già nella valutazione di impatto ambientale, stilata dalla provincia di Pordenone per il completamento della superstrada Cimpello-Sequals-Gemona - strada a due corsie con un traffico previsto giornaliero di 18.000 transiti - è possibile leggere che per quella infrastruttura, in diversi punti del tracciato i valori di inquinamento acustico avrebbero raggiunto o addirittura superato i valori massimi imposti per legge precisando che ci sarebbero "condizioni di criticità per le realtà nella zona della stazione di Flagogna". Viene allora da chiedersi: se le stime di traffico per l’attuale progetto di raccordo autostradale - 23.000 veicoli nel primo anno di gestione per arrivare a 53.000 nel 2050 - sono giuste, quale destino viene riservato alle popolazioni che abitano in prossimità del tracciato autostradale? Com’è possibile che non si tenga in considerazione uno studio realizzato per un’infrastruttura di gran lunga meno impattante e si ipotizzi di costruire un’autostrada a 4 corsie, in zone (quale ad esempio la Val d’Arzino) che morfologicamente e per la conformazione orografica non favoriscono la dispersione delle onde sonore?
Le zone interessate dal progetto autostradale, per intenderci, passerebbero da una classe I (aree particolarmente protette: in queste aree la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione, ad esempio aree residenziali rurali e scuole) o classe II (area ad uso prevalentemente residenziale: aree urbane interessate prevalentemente da traffico locale, con bassa densità di popolazione, limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industrialli e artigianali) addirittura a una classe IV (aree di intensa attività umana: cioé interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali, ad esempio aree in prossimità di strade di grande comunicazione e linee ferroviarie aree portuali)! Oltre la classe IV ci sono, dal punto di vista dell'inquinamento acustico, solo le aree prevalentemente o esclusivamente industriali con scarse abitazioni o prive di insediamenti abitativi! Un rapporto della regione Toscana definisce "inaccettabile il livello di esposizione in certe zone lungo le grandi infrastrutture (autostrade e grandi vie di comunicazione). Il cambiamento sarebbe drastico e insostenibile!
Tutte le zone su cui dovrebbe snodarsi il tracciato dell’autostrada sono condannate a essere immolate sull’altare di speculazioni di grandi imprese che hanno intravisto una facile opportunità di guadagno in questo lembo del Friuli poco antropizzato e che forse non ha le capacità né il peso elettorale per opporsi a questo progetto.
L’autostrada, oltre ad avere un grave impatto ambientale e paesaggistico, determinerà un peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni. Per quale ragione si dovrebbe mettere a repentaglio la salute delle persone e la bellezza di questi posti?