Museo della Civiltà Contadina
San Giorgio della Richinvelda
Il museo, inaugurato nel 1982, nasce da una proposta della fine anni '70 del sig. Gelindo Lenarduzzi che già da diverso tempo raccoglieva vecchi attrezzi collocandoli all’interno del cortile della sua abitazione. All’inizio del 1979 l’Amministrazione comunale presenta all’Ente regionale domanda di contributo per l’acquisto di uno stabile adatto, individuato da una lunga schiera di abitazioni e rustici sul fronte strada della piazza principale, caratterizzata dall’andamento sinuoso e databile storicamente a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo. Nel 1981 cominciano i lavori di sistemazione dell’edificio.
Nel Museo, diviso in sezioni, si conservano circa un migliaio di oggetti del passato concernenti vari settori della vita contadina e di altre attività: dal cucchiaio alla trebbia, relativi alle attività artigianali, domestiche e rurali tipiche della zona - boscaiolo, bottaio, falegname, muratore, produzione casearia, bachicoltura, produzione della canapa, vinificazione e altro ancora. Nel piano terra si possono visionare una trebbiatrice con imballatrice, un trattore Landini (funzionanti e con i quali viene effettuata, con scadenza biennale, la rievocazione storica della trebbiatura), carri, carrette, erpici e molti altri oggetti e utensili per l'agricoltura. Sono, inoltre, esposti tre antichi orologi da campanile. Al piano superiore sono visibili gli oggetti ed gli arredi relativi ai vari settori del lavoro e della vita quotidiana.
Sede: Piazza San Urbano - Frazione Pozzo
Orario apertura: la prima e la terza domenica del mese dalle ore 10.30 alle 12.30. Per visite in giornate diverse, visite guidate e informazioni contattare il sig. Daniele Lenarduzzi al numero +39 0427 96507 o +39 0427 968616
Percorso museale Comedâ e tignî cont (aggiustare e conservare)
Lestans
La Società Operaia di Mutuo soccorso di Lestans, fondata nel 1891, è una delle più attive della zona. Dal 1996, quando venne eletto come presidente l'ex sindaco del comune di Sequals, la SOMSI è cresciuta di anno in anno fino a contare ben 210 soci di cui 18 volontari attivi. Mantenendo e adattando alle esigenze attuali il proprio spirito solidaristico e sociale la Società promuove la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali del paese, la tutela, il risanamento e la valorizzazione dell'ambiente e il settore dei diritti civili a favore dell'intera comunità. In quest'ottica da anni i soci si occupano del recupero dei beni culturali e storici del paese.
Il risultato di questo impegno, che ancora continua, è la realizzazione e l'arricchimento di un museo sulla civiltà friulana, suddiviso in tre sedi distinte, i cui oggetti sono catalogati anche dal SIRPAC (Sistema Informativo Regionale del Patrimonio Culturale). All'ultimo piano della sede di vicolo Latteria si trova la sezione dedicata ai Vecchi mestieri dov'è possibile ammirare gli antichi strumenti del sarto, del casaro, del barbiere, del contadino, del terrazziere, del mosaicista, del calzolaio e ancora del norcino, del muratore, del fabbro, del mugnaio, dello scalpellino, del falegname, del carpentiere, delle stagnino e del battirame, del boscaiolo, del minatore ed infine della massaia e della levatrice.
L'esposizione riporta la mente ad altri tempi, fa rivivere vecchie emozioni, testimonia il senso del dovere, della tenacia, del sacrificio caratterizzante il popolo friulano. Tutti questi strumenti - 2.500 circa - in gran parte frutto di donazioni, sono stati restaurati durante i corsi che ormai da molti anni la stessa Società operaia organizza con un numero sempre crescente di partecipanti.
Al secondo piano della cinquecentesca villa Savorgnan invece, è possibile visitare la sezione dedicata alla casa del '900. La villa offre la cornice ideale per rappresentare l'interno della casa della borghesia contadina friulana dell'inizio del XX secolo. Nel salone principale viene riprodotta la sala di rappresentanza di una ricca casa locale, con mobili pregiati come cassapanche, credenze, uno scrittoio, un pianoforte, un grammofono e una serie di radio antiche. Nello stesso ambiente si trovano anche i corredi che le spose friulane usavano portare in dote: lenzuola ricamate, tovaglie, asciugamani con le iniziali della sposa, sottane, cuffie da notte, cappelli femminili, indumenti intimi, vestitini da neonato e molto altro ancora.
Nella sala attigua invece è possibile vedere la ricostruzione di una casa più modesta, quella del contadino dove la stanza principale era la cucina con l'immancabile fogolâr. Anche la tavola è stata apparecchiata con stoviglie dell'epoca e con oggetti tipici come il fiasco del vino intrecciato e il taulêr per la polenta. Pure la camera da letto è stata ricostruita nei minimi dettagli, materasso di scufil (rivestimento della pannocchia) compreso. Le estremità dell'ambiente sono stati sistemati gli attrezzi del contadino e la stanza in cui le donne cucivano, filavano, ricamavano e facevano le scarpe tipiche friulane: gli scarpets.
Nello stesso edificio, oltre al vecchio orologio del campanile di Lestans, si trovano anche una mostra archeologica - con reperti romani - e la biblioteca in cui, tra i vari volumi, è possibile visionare anche la raccolta completa dal 1899 al 1988 dello storico settimanale La Domenica del Corriere.
Infine, nel capannone comunale di via Ciani, si trova la sezione dedicata agli attrezzi ingombranti e in disuso della civiltà contadina come carri, carrozze, aratri...
Il museo della Società Operaia di Lestans fa parte dell'ecomuseo Lis Aganis delle Dolomiti Friulane che ha lo scopo di recuperare e valorizzare la cultura locale e le piccole realtà museali della zona montana e pedemontana della provincia di Pordenone. Il museo, realizzato grazie all'impegno dei soci, ha visto in questi anni un numero sempre crescente di visitatori provenienti da tutto il Friuli Venezia Giulia e anche da fuori regione. Una visita perfetta per rivivere antiche sensazioni, per fare, anche ai più giovani un tuffo in un passato non lontanissimo.
Info: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , Sig. Giacomo Bortuzzo 0427 91021 o 328 8028075
Raccolta archeologica
Lestans
Presso la villa Savorgnan di Lestans è possibile visitare anche una raccolta archeologica, inaugurata dal Comune di Sequals nel 1991, su autorizzazione della Soprintendenza. I Comuni dell’area della Raccolta sono quelli di Meduno, Sequals, Travesio, Castelnovo Pinzano al Tagliamento e parziali aree a nord del Comune di Spilimbergo. La mostra offre testimonianze che vanno dal Paleolitico Medio, Mesolitico, Neolitico, all'epoca Romana, Altomedioevale, e Medioevale.
Orario apertura: sabato dalle ore 16.00 alle ore 18.00. Per visite guidate tel. +39 0427 789111
Vecchio Mulino
Borgo Ampiano
Il mulino, posto sulla spinda sinistra del torrente Cosa, sfruttava la roggia di Spilimbergo. In origine si lavorava esclusivamente l'orzo, successivamente granoturco e frumento per l'alimentazione umana e castagne e carrube per produrre farina per alimenti animali.
Le prime notizie risalgono al 1320, la struttura atttuale è frutto di diversi rimaneggiamenti avvenuti nel cosrso dei secoli. Nel 1700 il mulino venne infatti sopraelevato una prima volta, nel 1800 fu inserito il corpo su strada, nel 1930, a seguito dell'avvento dei mulini a rullo, l'edificio venne ampliato con l'inserimento della torretta che ancor oggi lo caratterizza. All'interno della torretta venne posizionata una turbina, ancora esistente, che forniva energia elettrica per la sega da legnami, per il mulino e per l'illuminazione dell'intero borgo. Al pianoterra è possibile ammirare una piccola fucina-falegnameria, vera e propria officina di riparazioni per il mulino; la sala centrale, fulcro della struttura con macine e mulini a rullo, di produzione ungherese e la sala della pila ad orzo, scoperta grazie ai lavori di ristrutturazione (terminati nel 2004). Al piano superiore, nella sala centrale, si trovano diversi macchinari utilizzati per la lavorazione dei cereali e la torretta, elemento che caratterizza esternamente l'edificio e che contiene una serie di vagli per la separazione delle farine di grano.
L'edificio e l'ampio spazio verde adiacente, arricchito da un giardino botanico e dall'installazione di sculture, vengono utilizzati per diverse iniziative culturali quali: mostre, concerti, rappresentazioni teatrali, incontri, simposi e laboratori.
Il Mulino di Borgo Ampiano fa parte dell'Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane Lis Aganis.
Apertura su richiesta e appuntamento contattando il Comune di Pinzano al Tagliamento (via mail o fax). Sempre aperto in occasione di mostre o attività didattiche organizzate nel mulino.
Contatti: +39 0432 950005 (Comune di Pinzano) Fax: +39 0432 950129 (Comune di Pinzano) Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Museo della Grande Guerra e sala Multimediale
San Giacomo di Ragogna
Le aree circostanti Ragogna sono note ai più per le loro peculiarità naturalistiche, paesaggistiche e gastronomiche ma le terre "dei castelli e del prosciutto" sono state terre di battaglia durante la Grande Guerra.
A San Giacomo di Ragogna, nell'ex scuola elementare “Romeo Battistig”, ora Centro Culturale e Biblioteca Civica (via Roma nº 23), è stato costituito un museo dedicato agli eventi della Grande Guerra nel Friuli Collinare.
Nelle sue sale vengono raccontati il progetto fortificatorio d'anteguerra, i primi anni del conflitto, le battaglie della ritirata di Caporetto tra le quali la battaglia del Tagliamento, la difesa del monte di Ragogna, lo sfondamento di Cornino l'anno dell'occupazione e l'imperial-regio campo trincerato.
L'ampia collezione d'oggettistica, ritrovata prevalentemente sugli ex campi di battaglia, è accompagnata da materiale illustrativo multilingua (italiano/tedesco) nell'ottica di una fruizione transfrontaliera - progetto Interreg III/A. Nel museo è possibile visionare inoltre la riproduzione di rara documentazione del tempo, immagini storiche e attuali in buona parte inedite. Pezzo forte del museo il plastico in rilievo (3m x 2m) che riproduce fedelmente le posizioni fortificate, le linee trincerate, le vie d'approvigionamento, le posizioni dei due schieramenti al 31 ottobre 1917, tutti dettagli essenziali per la comprensione degli eventi bellici che in questi luoghi si consumarono.
Potenziato da una sala multimediale - computer, notebook, proiettore digitale, proiettore lucidi, maxischermo, palmari - che con la sua capienza di circa 100 persone il museo può ospitare convegni, seminari, presentazioni di varia natura.
I quasi 4.000 visitatori annui contano appassionati provenienti da tutta Italia.
Orario di apertura: martedì, giovedì e sabato, dalle ore 15:30 alle ore 18:00
I gruppi organizzati e le comitive possono richiedere visite in orari differenti da quelli sopraindicati, contattando con almeno sette giorni di anticipo il Gruppo Storico Friuli Collinare o il Comune di Ragogna ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. tel: +39.0432.954078).
Estremamente interessante anche il museo all'aperto che offre la possibilità di ripercorrere i sentieri, le trincee che si snodano sugli ex campi di battaglia.
Museo della Medaglia
Monte di Buja
Il singolare e interessante museo della medaglia di Buja è nato per onorare i Maestri e Incisori che nel '900 hanno fatto conoscere Buja e il Friuli in tutto il mondo e successivamente si è arricchito di numerose opere di artisti noti in campo nazionale e internazionale.
È realtà il fatto che alcuni tra i più grandi incisori di questo secolo sono bujesi e che Pietro Giampaoli e Guerrino Mattia Monassi furono a capo della Zecca dello Stato Italiano, uno dopo l'altro, dal 1936 al 1978, mentre medaglie e monete di artisti bujesi sono raccolte nelle collezioni di tutto il mondo. Ecco perché Buja rivendica il titolo di "Città d'Arte della Medaglia".
La raccolta offre l'opportunità di ripercorrere la storia, gli eventi dei luoghi, attraverso i temi trattati nelle opere bronzee.
Due le sezioni principali del museo: una dedicata agli incisori bujesi e una, intitolata Il terremoto nella medaglia, omaggio al Friuli, in cui le oltre 120 opere realizzate e donate da cinquanta artisti italiani raccontano, attraverso fatti ed emozioni, il sisma che sconvolse il Friuli nel 1976.
Infine un'esposizione didattica - Come nasce una medaglia - integra e completa il percorso.
Nello stesso stabile é possibile visitare la sezione dedicata alla storia locale dalle prime forme insediative fino al secolo scorso. Le diverse forme insediative vengono raccontate attraverso reperti archeologici, oggetti, pannelli didattici e filmati che parlano di un territorio antico.
Altra singolarità: Buja in realtà è un complesso di 49 tra borghi e frazioni che formano il territorio comunale, ma nessuna di esse porta il nome del paese. Perciò, quando i visitatori chiedono "Dov'è Buja?" i bujesi rispondono normalmente: "Buja è dappertutto e in nessun luogo" - per tenere alta la curiosità sul loro paese.
Sede: Piazza San Lorenzo
Orario di apertura: invernale sabato e domenica dalle 15.00 alle 18.00; estivo sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Visite infrasettimanali su prenotazione.
Recapiti: +39.0432.960151 - +39.0432.960963