Passato, futuro e significato del termine progresso
Riportiamo di seguito alcuni concetti, espressi dal meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli durante un seminario di ecologia urbana e sociale al corso di laurea in scienze e tecnologie per l’ambiente dell'Università di Pisa, che paiono di particolare rilievo per cominciare a riflettere sul futuro e sul vero significato del termine progresso.
La difesa dei beni comuni in apparenza c'entra poco con il lavoro che faccio ma in realtà, siccome nei problemi ambientali tutto è collegato, ci pensi bene e scopri che stai lavorando per quello che è il tuo mestiere. Anche l’uso del suolo è collegato col clima, con il ciclo dell’acqua; la cementificazione infatti va a influire sul ciclo del carbonio sottraendo aree utili alla fotosintesi, a livello locale la cementificazione va a interagire con il topoclima delle città cioè con le condizioni di vita delle persone che vivono in una data zona.
Mi rifaccio a un grande statista: Luigi Einaidi che nel 1959 scrisse un volumetto "Prediche inutili", già il titolo dimostra molta amarezza. In quegli anni la Repubblica era stata fondata da poco eppure c’era già la delusione di non veder applicate le possibilità della democrazia e della conoscenza. Einaudi scrive questo brevissimo ed efficacissimo aforisma:
… Molto bella anche l’idea di Einaudi sul progresso "quel che un tempo era parso come nuovo ed era entrato nel bagaglio di una certa corrente ideologica séguita per inerzia ad essere magnificato come l’ottimo modernissimo portatore del più ardimentoso progresso".
Pensiamo ad esempio alla moda dei grattacieli; abbiamo quantità immani di edifici dismessi, eppure non si discute della necessità di nuovi vani ma del progresso, dell’immagine. Si dice non vorrete mica rimanere fermi a guardare mentre il resto del mondo va avanti! Oggi chi costruisce grattacieli? La Cina e Dubai. Perché? Forse più per motivi psicolgici perché devono avere la loro rivalsa sull’America, dopo 100 anni che il grattacielo è nato e forse anche tramontato.
Quindi alla fine mancano sempre i dati primari le conoscenze, si discute, si delibera però la domanda è: oggi in un’epoca di questo genere forse quel tipo di progresso non ha fatto il suo tempo?
Era giustificatissimo 50 o 100 anni fa, la storia è un processo dinamico quindi non possiamo tenerla come una fotografia statica. Quello che andava bene 100 anni fa aveva delle ragioni profonde anche nella struttura demografica economica e soprattutto energetica.
Oggi abbiamo davanti a noi un mondo a bassa intensità energetica e forse i grattacieli non sono più le strutture idonee, non sono più il progresso e, come dice Einaudi, è bene abbandonare queste prigioni lessicali.
[Se negli anni ’50 l'autostrada si è portata dietro il progresso e un cambio di vita in un paese altamente rurale, oggi nella stessa direzione porta la rivoluzione digitale. Autostrade informatiche, non di cemento è quello che ci serve! Il cemento e l’asfalto non sono più il progresso. Ecco perché analogamente ai grattacieli anche le nuove autostrade sono ormai fuori tempo: siamo il paese col maggior rapporto km strade ogni 1000 abitanti in Europa e vogliono continuare a costruirne altre nascondendosi dietro la parola progresso].
"ripeterò dunque oggi la critica di alcuni scatoloni vuoti avverosia parole magiche che hanno gran voga nel momento presente in Italia - 1957 - e compiono opera di persuasione a legiferare dannosamente, laddove se al vuoto si sostituissero parole di sostanza, molto bene si potrebbe conseguire sia col non fare - e sarebbe il più delle volte - sia col fare acconciamente, cosa più ardua e percio da tentare più raramente e con prudenza somma".