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Passato, futuro e significato del termine progresso

Riportiamo di seguito alcuni concetti, espressi dal meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli durante un seminario di ecologia urbana e sociale al corso di laurea in scienze e tecnologie per l’ambiente dell'Università di Pisa, che paiono di particolare rilievo per cominciare a riflettere sul futuro e sul vero significato del termine progresso.

Luca MercalliLa difesa dei beni comuni in apparenza c'entra poco con il lavoro che faccio ma in realtà, siccome nei problemi ambientali tutto è collegato, ci pensi bene e scopri che stai lavorando per quello che è il tuo mestiere. Anche l’uso del suolo è collegato col clima, con il ciclo dell’acqua; la cementificazione infatti va a influire sul ciclo del carbonio sottraendo aree utili alla fotosintesi, a livello locale la cementificazione va a interagire con il topoclima delle città cioè con le condizioni di vita delle persone che vivono in una data zona. 

Il problema dell’occupazione del suolo in Italia è preoccupante.
Abbiamo oggi un’enorme quantità di dati a disposizione, conosciamo abbastanza bene i processi fisici e biologici che governano la vita sul nostro pianetino, abbiamo quindi molte possibilità in più di fare scelte lungimiranti rispetto ai nostri bisnonni e stranamente sembriamo diretti nel baratro, nella direzione opposta, come se ignorassimo completamente tutto questo sforzo conoscitivo che si è messo da parte in questi anni.
Spesso quando si parla di queste cose in Italia si viene etichettati in modo poco piacevole o tipo Cassandra.

Mi rifaccio a un grande statista: Luigi Einaidi che nel 1959 scrisse un volumetto "Prediche inutili", già il titolo dimostra molta amarezza. In quegli anni la Repubblica era stata fondata da poco eppure c’era già la delusione di non veder applicate le possibilità della democrazia e della conoscenza. Einaudi scrive questo brevissimo ed efficacissimo aforisma:

Prima
conoscere,
poi discutere,
poi deliberare. 
 
Ora in Italia si discute tantissimo, si delibera anche, l’ultima cosa che è eseguita è il conoscere. Tutti fanno senza conoscere, tutti commentano, tutti hanno la propria opinione ma quasi sempre manca lo stadio iniziale cioè l’assunzione dei dati del problema.
[Ecco perché prima di tutto il Comitato Arca ha studiato i documenti della Regione relativi al progetto autostradale ed ecco perché ritiene fondamentale divulgare e far conoscere a tutta la popolazione quanto appreso].

Molto bella anche l’idea di Einaudi sul progresso "quel che un tempo era parso come nuovo ed era entrato nel bagaglio di una certa corrente ideologica séguita per inerzia ad essere magnificato come l’ottimo modernissimo portatore del più ardimentoso progresso".

DubaiPensiamo ad esempio alla moda dei grattacieli; abbiamo quantità immani di edifici dismessi, eppure non si discute della necessità di nuovi vani ma del progresso, dell’immagine. Si dice non vorrete mica rimanere fermi a guardare mentre il resto del mondo va avanti! Oggi chi costruisce grattacieli? La Cina e Dubai. Perché? Forse più per motivi psicolgici perché devono avere la loro rivalsa sull’America, dopo 100 anni che il grattacielo è nato e forse anche tramontato.

A Torino vogliono costruire nuovi grattacieli, ma hanno fatto un’analisi energetica? È un edificio energeticamente sostenibile un grattacielo? A vedere i prezzi del petrolio io progettista, io assessore all’urbanistica mi chiederei: in uno scenario dinamico evolutivo come quello di oggi che ha problemi legati alla crisi energetica, legati al clima, alla demografia agli spostamenti migratori, il grattacialo è la visione migliore che si possa tirar fuori nell’urbanistica?
O non è forse il quartiere ecosostenibile a Friburgo, forse è lì che sta l’avanguardia dell’architetura e dell’urbanistica non in un esperimento architettonico che ha 100 anni, figlio di un momento in cui il petrolio entrava nella nostra scena. Ora si sta uscendo dal petrolio.
shanghaiI grattacieli sono figli dell’epoca ad alta intensità energetica, non fosse altro per gli ascensori per portare la gente a 200 m di altezza. Se manca la corrente al 40’ piano non si sta molto bene, deve anche arrivare l’acqua al 40’ piano, la dobbiamo pompare.
Gli metteremo i fotovoltaici questa è la risposta dei sostenitori. I numeri, vogliamo i numeri.
I pannelli fotovoltaici su un grattacielo possono servire forse ad accendere le luci di emergenza delle scale non certo a far funzionare tutto l’apparato utile al funzionamento di un edificio del genere, non certo gli ascensori.

Quindi alla fine mancano sempre i dati primari le conoscenze, si discute, si delibera però la domanda è: oggi in un’epoca di questo genere forse quel tipo di progresso non ha fatto il suo tempo?

operai RockfellerCenter_1932Era giustificatissimo 50 o 100 anni fa, la storia è un processo dinamico quindi non possiamo tenerla come una fotografia statica. Quello che andava bene 100 anni fa aveva delle ragioni profonde anche nella struttura demografica economica e soprattutto energetica.

Oggi abbiamo davanti a noi un mondo a bassa intensità energetica e forse i grattacieli non sono più le strutture idonee, non sono più il progresso e, come dice Einaudi, è bene abbandonare queste prigioni lessicali.

[Se negli anni ’50 l'autostrada si è portata dietro il progresso e un cambio di vita in un paese altamente rurale, oggi nella stessa direzione porta la rivoluzione digitale. Autostrade informatiche, non di cemento è quello che ci serve! Il cemento e l’asfalto non sono più il progresso. Ecco perché analogamente ai grattacieli anche le nuove autostrade sono ormai fuori tempo: siamo il paese col maggior rapporto km strade ogni 1000 abitanti in Europa e vogliono continuare a costruirne altre nascondendosi dietro la parola progresso].

Il progresso cos’è? Il progresso non vuol dire niente se non lo definiamo. Definiamolo, mettiamoci dei contenuti all’interno della parola progresso. Non limitiamoci a dire nemico del progresso come si fa con quelli che provano a dire qualcosa che non è d’accordo con la visione corrente.
Altra citazione di Einaudi che dovrebbero avere tutti gli amministratori pubblici, anche quelli che scrivono programmi dei partiti.

"ripeterò dunque oggi la critica di alcuni scatoloni vuoti avverosia parole magiche che hanno gran voga nel momento presente in Italia - 1957 - e compiono opera di persuasione a legiferare dannosamente, laddove se al vuoto si sostituissero parole di sostanza, molto bene si potrebbe conseguire sia col non fare - e sarebbe il più delle volte - sia col fare acconciamente, cosa più ardua e percio da tentare più raramente e con prudenza somma".

Il non fare è un valore per Einaudi e siamo nel ‘57, la speculazuione edilizia inizia appena allora. Italo Calvino ci scrive un bellissimo libretto "La speculazione edilizia" sulla depredazione delle ville e vigne liguri.
Il fare va preso con cautela, è rischioso e quando è fatto può essere un danno se è stato pensato male e quindi Einaudi dice amministratori poco colti, poco capaci è meglio che non facciano, così non fanno danni. Chi veramente si sente di fare lo deve fare con conoscenza e con prudenza.