Come mai il progetto è stato concepito così?
Ai costruttori, grandi aziende come Impregilo e Rizzani de Eccher, non interessa costruire un'opera utile alle popolazioni e integrata con la viabilità locale, ma solo costruire un'opera remunerativa per chi la fa.
E si sono già fatti i conti. Per essere redditizia, all'entrata in funzione, per l'autostrada dovranno transitare 23.000 veicoli al giorno che dovranno diventare più di 50.000 nel corso degli anni: cioè 35 veicoli al minuto. Uno ogni 2 secondi. In pratica si tratta di prendere tutto il traffico della Tarvisio-Palmanova, raddoppiarlo e trasferirlo sulla Gemona-Cimpello.
E non interessa neppure quali e quanti danni ambientali l’opera comporta. Non sono infatti state tenute in nessun conto le opinioni dello studio preliminare del 2001 della Privoncia di Pordenone (espresse considerando la continuazione della Cimpello-Sequals quindi considerando una strada a due corsie con un traffico giornaliero di 18.000 veicoli): “una zona poco antropizzata e praticamente intatta sotto il profilo ambientale, che verrà sconvolta in particolare nei suoi aspetti paesaggistici, che sono di straordinaria bellezza per l’apertura degli spazi, per l’ampieza della vista, per l’alternarsi di contesti geomorfologici sempre diversi, per la varietà della vegetazione”.
Parole riprese e dettagliate nella valutazione d’impatto ambientale del 2003 la quale descrive con precisione tutti i gravi effetti, non solo sul paesaggio ma anche sulla flora e sulla fauna, sull’inquinamento atmosferico e acustico.
L’impatto ambientale dell’opera viene definito “molto negativo” (All. 14 par. 5) anche nei documenti della Regione del 2010 in cui (All. 48) si parla pure dei costi sociali, paesaggistici e ambientali, con modificazione su scale locale degli habitat per flora e fauna e si elencano (All. 2 par. 4) tutte le interferenze, dirette o confinanti con zone a protezione speciale, siti di interesse comunitario e altri luoghi, una decina in tutto, a vario titolo protetti.
Tutti questi impatti, elencati con minuzia, alla fine vengono minimizzati.
Evidentemente la mano che ha scritto le conclusioni, che dovevano risultare comunque favorevoli al progetto, non è la stessa che ne ha disegnato realisticamente la distruttività.